Ci svegliamo presto e andiamo verso Rossaveal da dove partono le barche per le Isole Aran. Facciamo colazione sul parcheggio. Alle 10:30 si salpa, un viaggio di 40 minuti e arriviamo all’isola più grande Inishmore.
Aspre, remote, desolate e battute del vento, le tre minuscole isole sono un’estensione del peculiare paesaggio calcareo del Burren. Abitate, quanto sembra, fin dal V secolo, queste isole della rude bellezza sono caratterizzate da forti antichi, rovine di edifici religiosi, maestose e scogliere sferzate dall’Atlantico e spiagge deserte.
Grazie al loro isolamento, gli abitanti hanno conservato lo stile di vita tradizionale fino al XX secolo inoltrato e l’irlandese (gaelico) è ancora la lingua più usata, sebbene quasi tutti parlino anche l’inglese.
Visitiamo l’isola di Inishmore, che con i suoi 900 abitanti è la più grande delle tre nonché la più vasta isola irlandese a non essere collegata con la terraferma da un ponte o da una strada rialzata. Un modo splendido per visitare l’isola e noleggiare una bicicletta o un carretto trainato da un cavallo. Noi abbiamo scelto di farla a piedi usando anche l’autostop.
Arriviamo allo spettacolare Dùn Aonghasa, uno dei forti in pietra più famosi d’Irlanda, arroccato su una scogliera affacciata sull’Atlantico. Le alte rocce che si affacciano al mare sono impressionanti. Giriamo un po’ intorno alle mura del sito e dopo aver mangiato qualcosa, iniziamo una camminata sull’alta falesia per raggiungere il Serpent’s Lair (detto anche Wormhole), un foro naturale rettangolare nella roccia che si riempie di acqua di mare, con tunnel subacquei che portano all’oceano.
Ci rimettiamo sulla strada principale per tornare al molo. Facciamo ancora autostop. Riprendiamo l’auto e nel tragitto verso Galway ci fermiamo a fare la spesa, rifornimento d’acqua e una doccia con 20 centesimi sulla spiaggia di Salthill.
A Galway ceniamo con Fish and chips e alle 22:45 partiamo facendo una ventina di chilometri per trovare la piazzola del porto dove passeremo la notte.
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